giovedì 26 settembre 2013

Recensione di Kaze Tachinu (2): Intervista a Shun Iwasawa di Studio Ghibli

Oltre che per la bellezza delle storie, Studio Ghibli  (SG) è  noto in tutto il mondo per la qualità' e la cura delle sue produzioni, caratterizzate dall'attenzione ai dettagli, ai colori e alla gestione di scene molto complesse. Sempre all'avanguardia nello sviluppo di nuove tecniche di animazione, lo studio di Miyazaki e' stato tra i primi in Giappone ad  sfruttare le potenzialità del computer nella produzione dei film animati.
Non si tratta però  di animazione tridimensionale, in cui i modelli sono realizzati al calcolatore: nonostante l'apprezzamento e l'amicizia che lega SG alla Pixar, effetti ed effetti speciali sono presenti ma quasi invisibili nei lavori di Miyazaki.
Dai  tempi de "La principesa Mononoke", SG si avvale principalmente del Software Toonz, prodotto dall'italiana Digital Video, leader mondiale nello sviluppo di programmi per la produzione animata. A partire dai disegni - effettuati su carta e scannerizzati o direttamente su tavoletta grafica - Toonz consente di gestire tutte fasi di produzione del cartone animato, la colorazione dei disegni, la gestione dei fondali, i  movimenti di camera, effetti speciali, sino al rendering finale.
Iwasawa (a dx) nel corso di un seminario su Toonz


Shun Iwasawa  (岩沢 駿, Kawasaki 1982) lavora presso Studio Ghibli come programmatore dal 2006. Ha partecipato ai vari film  di SG, nell'ordine Cronache della guerra di Ged (2006),Ponyo sulla scogliera (2008), Arrietty (2010) e Dalla collina dei papaveri (2011).
 Shun e' un esperto di questo ed altri tool informatici: si è laureato presso la Graduate School of Interdisciplinary Information Studies dell'Università di Tokyo con un master in computer grafica.

Grazie ad una serie di progetti cui collaboriamo, ho avuto modo di intervistarlo sul suo lavoro e su molti dei segreti di produzione dell'ultimo film di Miyazaki, Kaze Tachinu.


Shun Iwasawa
1. Quali sono le tue mansioni presso Studio Ghibli?
Lavoro nella sezione video come programmatore: a SG vi sono due programmatori a tempo pieno. Io mi occupo principalmente di gestire e mantenere il programma  Toonz, Studio Ghibli edition”, che utilizziamo nella produzione dei film animati.  Inoltre sviluppo e realizzo effetti speciali e filtri in Computer Graphics (CG) "in house”, all'interno di SG

 2.  Quante ore lavori al giorno?   
Di solito lavoro dalle 9 alle 5, tuttavia, faccio anche moltissime ore di straordinario.
La domenica è sempre vacanza, ma un sabato su due si lavora!  Quando concludiamo la lavorazione di un film, tutto lo staff di produzione si prende due settimane di vacanza.


 3. Per Kaze Tachinu hai sviluppato un filtro che rendesse ancora più realistica la ripresa delle imamgini. Come hai pensato a sviluppare IwaBokehFx ?
 Per rendere piu' realistica l'animazione volevamo simulare l’effetto di Lens Bokeh. In una lente reale la luce che entra nella cinepresa infatti non colpisce un'unico punto ma viene dispersa dal punto ideale. La   luce viene dispersa in una zona che   dipende dalla forma e dal numero di lame di cui e' composto il diaframma.  
Parte dell'algoritmo del filtro utilizzato
In questa maniera il soggetto principale risalta maggiormente rispetto allo sfondo che rimane leggermente sfocato  [http://it.wikipedia.org/wiki/Bokeh] All'inizio volevamo utilizzare il plug-in di Adobe After Effects, ma poi abbiamo deciso  di svilupparne uno all'interno di SG perche'  era più semplice includerlo come plugin all'interno di Toonz ed integrarlo nel processo di produzione. In questa maniera è stato possibile assicurarmi che l’uso del plugin fosse utilizzato in maniera consistente in tutto il film.
Inoltre, dato che il filtro e' piuttosto intensivo dal punto di vista computazionale, volevamo sfruttare l’architettura a 64 bit dei processori ed utilizzare le GPU per velocizzare  il processo parallelizzando i calcoli.

continua qui: (parte 2 dell'intervista)

(*) la Digital Video ha anche un ruolo importante nelle vicende in Grikon

martedì 24 settembre 2013

La Legge su Fukushima, due pesi e due misure?

ファイル:Fukushima-1.JPG

Nessuno dei dirigenti TEPCO sarà processato per l'incidente di Fukushima.
L'ufficio distrettuale di Tokyo ha infatti  ritenuto (9/9/2013) che non sia  possibile o necessario procedere penalmente contro la TEPCO  per negligenza o per non aver realizzato strutture di protezioni sufficienti a proteggere la centrale.  Anche membri del governo Kan sono stati scagionati dall'aver causato ritardi nelle operazioni di messa in sicurezza della centrale. Questo è il risultato di indagini frettolose ed approssimative, senza una reale acquisizione di documenti della TEPCO o una perquisizione dei loro uffici o della corrispondenza dei dirigenti.
In sostanza, le protezioni alla centrale sono state ritenute adeguate al rischio tsunami stimato (sempre dalla TEPCO). Questo a discapito di rapporti archeologici che mostravano come circa mille anni fa ci fosse stato un maremoto analogo le cui acque penetrarono per decine di chilometri nell'entroterra, proprio come accadde per l'evento del 2011.
Inoltre, archeologia a parte, va ricordato che l'incidente alla centrale è  da attribuirsi alla sciagurata scelta di installare  i generatori di emergenza nei sotterranei degli edifici lato mare. I reattori 5 e 6, serviti da generatori posti su terreno rialzato, non hanno infatti avuto alcun problema. Va anche che almeno due dipendenti della centrale sono morti perché mandati ad investigare lo stato dei reattori dopo la prima onda dello tsunami. Quando la seconda onda, più alta e più intensa (come noto  a chi studia questi eventi e a chi deve prepararsi ad affrontarli ) si abbatté  sulla centrale, li uccise.
Oltre ai due dipendenti, l'incidente alla centrale nucleare ha causato circa 1500 morti (non per radiazione) soprattutto tra le persone anziane e malate, costrette ad evacuare  nelle  frenetiche ore dopo le prime esplosioni (chimiche) dei reattori. Al momento risultano sfollati  almeno 150,000 persone.  

  
D'altro canto, un tribunale giapponese ha condannato la direzione di un asilo privato a pagare 117 milioni di yen come risarcimento alle famiglie dei cinque  bambini rimasti uccisi quando l'autobus su cui  viaggiavano  fu spazzato via dalle onde. L'autista non era preparato a gestire l'emergenza e non  diresse il suo mezzo verso  le colline, recandosi invece verso la costa. In questo caso il direttore dell'asilo è stato dichiarato colpevole di non aver previsto la possibilità dello tsunami  ed addestrato adeguatamente il suo personale a gestire l'emergenza.  

Radioattività e cesio nel suolo di Fukushima
La contaminazione in Giappone
Per aggiornamenti  sul diritto giapponese va ricordato  l'ottimo  blog di Andrea Ortolani
Per aggiornamenti sulla situazione a Fukushima il blog di unicolab.

domenica 22 settembre 2013

Reattori nucleari (già) in fondo al mare

USS Thresher (SSN-593) underway, 30 April 1961.
USS Thresher (SSN-593) underway, 30 April 1961











Vi sono almeno 8 sottomarini nucleari affondati nel mare dell'emisfero nord seguito di incidenti che portarono alla perdita dei vascelli.  Di questi almeno 6 sono ancora sott'acqua con i loro reattori nucleari.
La lista è elaborata da wikipedia, ma sembra corretta per quanto possibile.

URSS

K-27, affondato in un tratto profondo appena 30 metri, 1968
K-8,  1970
K-219, 1986
K-278, 1988

USA

Thresher (SSN-593), 1963
Scorpion (SSN-589) 1968


La possibilità che i reattori di Fukushima finiscano in mare è impossibile a meno che non venga Godzilla a prenderseli. Ma anche in questo casoil contributo di radioattività sarà paragonabile a quella già sparsa dai reattori dei sottomarini  e comunque inferiore a quella "naturalmente" presente nel mare.



lunedì 16 settembre 2013

Recensione di "Capitan Harlock" (no spoiler)

In questa recensione ho cercato di evitare spoiler. L'inevitabile  confronto con la serie classica costringe a alcuni deboli Anti-Spoiler (AS), di  scene e situazioni presenti nell'anime originale e mancanti nel film. Se non volete correre rischi leggete solo il paragrafo successivo.  


Dopo anni di assenza dal mondo degli anime, il più amato pirata dello spazio torna in pompa magna sul grande schermo: "Space Pirate Captain Harlock" (il titolo è in inglese anche in Giappone perchè "fa più fico"). La produzione è costata circa 30 M$ alla Toei ed interamente in computer graphics. Purtroppo l'esperimento è riuscito solo parzialmente e non convince completamente. Il problema principale è una sceneggiatura piuttosto scontata che  non si discosta molto dalle innumerevoli ri-edizioni dei lavori di  Matsumoto (qui un ottimo sito di approfondimento per orientarsi nell'universo di LM). 
Proprio in tema di remake, un'altra opera legata seppur solo in parte al Maestro,  Yamato 2199 ha infatti mostrato  le potenzialità offerte dal connubio delle tecniche odierne  di animazione e CG nel  rispetto delle sceneggiature originali, seppur rendendo la storia più moderna modificandola ove necessario.
Questa nuova incarnazione di Harlock mantiene purtroppo solo alcuni temi e situazioni già incontrate negli anime ma manca di un reale approfondimento di personaggi  e comprimari.  Il principale problema risiede nella mancanza di un nemico convincente che possa fungere da controparte ad Harlock.

AS  Sono infatti assenti sia le Mazoniane che Kirita del governo terrestre che si alternavano nel contrastare il Pirata negli anni '70. Qui cattivi di turno sembrano in grado di fornire solo astronavi che l'Arcadia possa fracassare a piacimento. Per quanto gratificante visivamente, all'ennesimo scontro frontale contro forze soverchianti che l'astronave vince senza sforzo, ci si ritrova un po' annoiati. 

Se astronavi e mezzi meccanici risultano ben realizzati, lo stesso non può dirsi dei personaggi. La scelta di utilizzare attori in CG piuttosto che in carne ed ossa va applaudita, perché ci risparmia  scene  imbarazzanti con interpreti che raramente riescono a trasporre in maniera neanche passabile le loro controparti animate (il film di Yamato ne è un esempio, e neanche uno dei peggiori) .
Un ben riuscito Harlock riesce a  coniugare le tenebre della sua situazione all'amore per la Terra e per i suoi compagni. Assieme ad un non fedele ma azzeccato Yattaran, staccano come recitazione (rendering) gli altri  comprimari, rigidi e poco espressivi quando  presenti ma purtroppo mancanti nella maggior parte dell'equipaggio (AS, ad esempio niente dottore e cuoca). Se la versione di Meeme risulta affascinante e la sua natura aliena lascia maggiore margine, Yuki  purtroppo rende di meno in questa trasposizione.

Il film resta comunque godibile, soprattutto sul grande schermo. Tuttavia, dato il battage pubblicitario e le spese sostenute ci si sarebbe aspettato molto  di più, ma la debole sceneggiatura è stata troppo spesso un problema nell'animazione e film (da entrabi i lati del Pacifico). La strada è comunque tracciata, in questi giorni è uscito anche il remake dei Gatchaman.   Staremo a vedere.