venerdì 19 dicembre 2014

La Scienza della Terra di Mezzo

La Terra di Mezzo sul libro "Gravitation and Cosmology" di Weinberg


La Battaglia dei Cinque Eserciti, il terzo ed ultimo capitolo della stravolgente versione cinematografica dell’Hobbit giungerà tra poco nelle sale. Nella sua seconda trilogia basata sull’antefatto del Signore degli Anelli, Peter Jackson è infatti riuscito a completare il lavoro di sconvolgimento dello spirito e natura delle opere di Tolkien: a differenza dell’interpretazione data nei film, la Terra di Mezzo è un mondo costruito con molta attenzione e cura ai particolari, dalla storia decimillenaria dei suoi abitanti alla geografia e biologia che la caratterizzano.

Cosmologia – La Terra di Mezzo è piatta o sferica?

Nella mitologia tolkieniana il Mondo era piatto ai tempi del Silmarillion e gli elfi potevano navigare da Valinor – loro dimora originale sita nell’ovest – sino alla Terra di Mezzo ad est. Con caduta di Numenor isola posta tra le due regioni, la Terra di Mezzo viene resa sferica e la terra dei Valar è irraggiungibile dal nostro mondo.
Nel suo libro sulla Relatività Generale, il premio Nobel Stephen Weinberg utilizza la mappa della Terra di Mezzo per introdurre le geometrie non euclidee alla base della descrizione della curvatura dello spazio-tempo. Per capre dunque se la terra di mezzo è curva come il nostro pianeta Weinberg misura varie distanze fornite nel Signore degli Anelli. Per ciascun triangolo individuato da tre luoghi se la terra è piatta la somma degli angoli deve fare 180 gradi. In caso di terra sferica la somma degli angoli sarà maggiore, come nel caso della superficie della Terra. Weinberg imposta il problema ma non fornisce la risposta, per cui anche noi sfidiamo i lettori a fornire le loro soluzioni sulla base della mappa allegata.

Biologia – niente orecchie a punta per gli elfi

Secondo Tolkien, gli elfi erano molto simili agli uomini e potevano essere distinti solo in virtù della loro nobiltà d’aspetto e d’animo. Avevano capelli di colore sia chiaro che scuro e da nessuna parte viene menzionato che avevano le orecchie a punta (solo in una lettera del 1938 accenna che gli Hobbit avevano “orecchie solo appena appuntite ed ‘elfiche’, ma non è chiaro se si riferisse alla concezione dei ‘suoi’ elfi o di quella dell’immaginario collettivo dell’epoca). L’altra caratteristica era la loro immunità a malattie e vecchiaia: se venivano uccisi trascorrevano un periodo di attesa nella sale di Mandos prima di tornare sulla Terra. In ogni caso la similitudine tra elfi e uomini si estendeva a livello genetico, dato che le due specie erano in grado di procreare, anche se eventi del genere erano estremamente rari, come ad esempio quando Eärendil (umano) e Elwing (elfo) generarono Elrond ed Elros.

lunedì 3 novembre 2014

Appunti da Fukushima 2014: 1. Matsuri agricoli e fondo di radiazione




Il reportage completo nel numero di Pagina 99 in edicola questo fine settimana. 

Nel primo fine settimana di novembre sono  tornato - con alcuni colleghi - nella regione di Fukushima.  Lo scopo era di raccogliere campioni di terreno e vegetazione, misurare la radiazione ambientale ed assistere a due festival organizzati dalla JA. Questa Unione delle cooperative agricole, cerca di risollevare le sorti dell’economia della regione, pesantemente colpita sia dallo tsunami che dalla contaminazione radioattiva della centrale di Fukushima 1.

Gare di ortaggi e rivelatori di radiazione
Entrambe le manifestazioni hanno avuto un ottimo successo di pubblico, soprattutto quella – più grande – di Minamisoma, una delle cittadine maggiormente colpite dallo tsunami. La gara di prodotti agricoli assegnava dei premi ai migliori ortaggi, qualità di riso, e frutti, offrendo la possibilità ai partecipanti di acquistarli (a prezzi stracciati) alla fine della manifestazione. Era poi possibile misurare in situ la radiazione (o meglio assenza di cesio) con una serie di strumenti. Alcuni di essi erano basati su scintillatori, altri su Silicon Photomultiplier, ma sono comunque rivolti alla rivelazione del cesio e separazione dal fondo di potassio 40. Ricordiamo che la legge stabilisce in 100 Bq/kg di cesio la soglia massima permessa nel cibo (valori più bassi per il latte).  Oltre alla possibilità di misura diretta, molti prodotti erano comunque certificati da misure indipendenti della JA. Come già detto, la risposta del pubblico è stata molto positiva, anche se resta da capire e quantificare quanto questo si traduce in produzione della regione. 

Motori a scoppio, mascotte e forze di difesa
Gli stand erano vari, soprattutto di cibo, ma erano presenti anche quelli dei pompieri, delle forze di autodifesa e delle mascotte della città. Tra tutte spiccava però quella di antichi motori a scoppio, di più di cento anni d'età, ritrovati in edifici abbandonati da cento anni o più e rimessi in funzione da un gruppo di appassionati. 



Decontaminazione e fondo ambientale
Dalla città di Fukushima, ad ovest, verso  la costa est del Giappone si passa attraverso splendide montagne in cui però la vista di campi incolti e case abbandonate a causa della crisi economica è sin troppo comune. Le valli sono oggetto di un’opera di decontaminazione a tappeto: campi, giardini, ed aree urbane sono state spogliate di uno strato di terreno di circa 5 cm di profondità. In questo strato si è accumulata la maggior parte del cesio caduta nei primi giorni dopo l’esplosione del marzo  2011. SI tratta dunque di grossi  sacchi contenenti scorie debolmente radioattive (con il Geiger non si misurava un incremento del fondo di radiazione ambientale).  La vista di queste centinaia di migliaia di contenitori, stoccati nelle valli stesse,  è impressionante, ma del resto non vi sono alternative realistiche al momento.


Raccolta campioni nello stesso luogo del
2013. Allora il valore al suolo era di
6 microSv/h
In generale la radiazione di fondo sembra diminuita rispetto al gennaio 2013. Questo è dovuto in parte al decadimento dell’isotopo di cesio 134, il cui tempo di dimezzamento è due anni, ma soprattutto all’attività di lavaggio delle piogge, che muove il cesio in strati più profondi della terra e lo trasporta nei fiumi, da cui raggiunge il mare. In prossimità dei fiumi infatti la radiazione scende a meno di 0.05 microSv/h. Se nel 2013 avvicinando il Geiger al terreno si notava un notevole incremento dei conteggi, ora i valori sono costanti e oscillano tra 0.05microSv/h e 0.6microSv/h (ricordiamo che Roma ha 0.3microSv/h). Vi sono ancora hotspot con valori che superano i 2  microSv/h ma sembrerebbero in numero minore e più diffusi. 

In prossimità del mare la situazione è ancora migliore, con valori quasi ovunque inferiori a 0.05 microSv/h ma lì è l’effetto dello tsunami è ancora tristemente tangibile, come vedremo nel prossimo post.

Il reportage completo nel numero di Pagina 99 in edicola questo fine settimana. 

venerdì 31 ottobre 2014

Big Bang e Papa Francesco


Il Big-Bang, che oggi si pone all’origine del mondo, non contraddice l’intervento creatore divino ma lo esige. L’evoluzione nella natura non contrasta con la nozione di Creazione, perché l’evoluzione presuppone la creazione degli esseri che si evolvono.

Dal discorso di Papa Francesco presso la Pontificia Accademia delle scienze (qui il testo completo)

Vista la quantità di sciocchezze scritte a sia favore che contro questo intervento vale la pena di ricordare alcuni fatti. 

  • Il Papa non parla mai  di Creazionismo (--> no dinosauri, 4000 anni di età di universo, no evoluzione degli animali) come titolano molti articoli online (ad esempio repubblica  e persino wired, che così rovina l'ottimo articolo di Amedeo Balbi).
  • Il concetto di Big Bang fa parte del magistero della Chiesa dagli anni '50: un primo discorso di Pio XII del 1951 cita come prova dell'età dell'universo: 1) Il distanziamento delle nebulose spirali o galassie. 2) L’età della crosta solida della terra, 3) L’età dei meteoriti. 4) La stabilità dei sistemi di stelle doppie e degli ammassi di stelle. In questo testo il Big Bang veniva portato quasi a prova della Creazione divina, cosa che sia Lemaître (il primo a formulare questa ipotesi) che molti teologi ritenevano una forzatura. Infatti nel discorso di Pio XII del 1952 la cosa fu  fortemente sfumata. Il Big Bang è ormai un fatto talmente assodato (e dato per scontato nel breve discorso del papa) che nessuno si sognerebbe di mettere in discussione, a parte appunto i  creazionisti.
  • L'idea di una singolarità iniziale all'inizio di tutto si deve ad  un giovane cosmologo e prete gesuita, Lemaître. A partire dagli anni '20 mostrò che solo  un universo in espansione a partire da un punto o singolarità iniziale soddisfaceva le equazioni di Einstein (qui una breve spiegazione). Quest’ultimo – di origini ebraiche ma dichiaratamente ateo – aborriva quello che ai suoi occhi appariva come un tentativo di ritrovare la Creazione biblica nella cosmologia. Di uguale opinione erano altri valenti cosmologi tra cui Bondi ed Hoyle, che – in opposizione alla teoria dell’atomo primitivo di Lemaître proposero quella dell’universo stazionario, battezzando ironicamente 'Big Bang' la teoria di Lemaître. 

  • Nessuno al momento sa cosa sia avvenuto nel momento della singolarità iniziale. Anzi, non si sa neanche cosa sia avvenuto nei primi10-44 secondi (il cosiddetto tempo di Planck), o perché il nostro universo sia dominato dalla materia a discapito dell'antimateria e meno che mai come fare a mettere insieme relatività generale e meccanica quantistica. Tutte queste domande sono probabilmente correlate tra loro, ma in maniera ignota.
  • Scienziati di tutto il mondo, siano essi non credenti, o di qualunque credo e religione,  indagano su questi problemi alla stessa maniera: con la matematica dal punto di vista teorico e costruendo apparati sperimentali per raccogliere dati e verificare le ipotesi. 
  • Il resto è solo rumore di fondo che oltrettutto alimenta un generale sentimento antiscientifico  che sta facendo molti danni anche in Europa (ed ha distrutto il già traballante sistema scolastico USA). Forzare uno scontro tra scienza e fede sul terreno della fisica fondamentale e della cosmologia (quando il dibattito è già abbastanza acceso su temi di bioetica) è un anacronismo che ci riporta - neanche a volerlo fare apposta -   ai tempi di Galileo.

mercoledì 29 ottobre 2014

Le Storie perdute del Mondo Emerso: Fantasy e mainstreaming. (Mini-Recensione no spoiler)

Come racconta l'autrice nella postfazione, sono passati  dieci anni dall’uscita del primo volume che narra le vicende di Nihal nel Mondo emerso.  
Da allora Licia Troisi -  al tempo laureanda in Fisica presso l'Università di Roma Tor Vergata e ora collaboratrice presso il Dipartimento -  ha sfornato decine di libri   in questa ed altre ambientazioni, tutte con enorme successo di pubblico.

Protagonista de  Le cronache del Mondo emerso, la prima trilogia della saga, è Nihal, una ragazza appartenente alla razza dei mezzelfi che si trova a dover combatter contro il Tiranno per liberare il Mondo emerso dal suo dominio. Il tema è quello classico della lotta tra bene e male, qui riproposto con successo grazie all’abilità dell'autrice di riuscire a bilanciare uno stile scorrevole e quindi fruibile ad un pubblico giovane  con una scrittura ricca di sfumature che descrive e caratterizza i personaggi nelle loro sfaccettature.  Le Storie perdute si ricollegano a questa prima trilogia, proseguendo le avventure della protagonista. È un ritorno al principio  sommesso quello di Nihal, sotto forma di narrazione incorniciata dalla canzoni di un menestrello. Le avventure di Nihal proseguono facendoci conoscere un Mondo emerso molto diverso da quello delle prime vicende, lasciando spazio ad ulteriori futuri sviluppi. 

Il successo di Nihal e delle sue cugine smentisce molte delle considerazioni sulla crisi dell'editoria, italiana e non.   Mondadori   è stata  lungimirante nel credere nella saga e investire nella sua promozione, ma  si trova talvolta in difficoltà nello sfruttare le opportunità offerte da internet.  Ad esempio il costo degli ebook (9.99 euro) è estremamente alto rispetto al brossurato  (17.00 euro). Nel primo volume di Nashira era teoricamente possibile scaricare gratis l’ebook, ma solo dopo essersi registrati al sito della Adobe, al sito della Mondadori, avere risolto alcune incompatibilità  tra i formati di protezione (e a quel punto mi sono arreso!).

 L’autrice dal canto suo ha instaurato un dialogo diretto e spontaneo con i suoi lettori sia con facebook e twitter ma soprattutto tramite il  suo blog, in cui interagisce con tutti, trattando  argomenti che spaziano dalla politica alla scienza alla cultura pop. Altrettanto importante è il contatto diretto con i lettori, soprattutto in fiere specializzate, come Lucca, dove  si raccoglie un vero e proprio esercito di fan,  che essendo anche cosplayer, sono spesso armati e bardati di tutto punto.
Grazie a Licia, e complici anche trasposizioni (per quanto mal riuscite) cinematografiche delle opere di Tolkien e più  recentemente del Trono di spade di Martin, il fantasy è stato quindi finalmente sdoganato in Italia ed ha ora acquisito un  ruolo analogo a quello dei paesi anglosassoni. Tuttavia nonostante le impressionanti vendite,questo genere è ancora in parte evitato, o quanto meno non compreso dal mainstream della critica italiana che in qualche maniera non riesce a comprendere il fenomeno e a collocarlo nelle linde caselle in cui si è mossa dal secolo scorso (e guai a nominare l'ancor più bistrattata la fantascienza). 


Le Storie perdute è un romanzo di piacevole lettura, consigliato soprattutto ai fan di Nihal, ma fruibile anche a chi si accosta per la prima volta al Mondo emerso, anche se contiene necessariamente spoiler sulle vicende antecedenti.  

mercoledì 3 settembre 2014

I Paperi al Centro della Terra

 Oltre che nello spazio, i Paperi si avventurano spesso nel sottosuolo: il labirinto del Minotauro, la grotta di Alì Babà, i sotterranei del castello De Paperoni sono solo alcuni dei luoghi da loro esplorati.
La struttura della Terra secondo i Paperi, corretta dal punto di vista scientifico.
La struttura della Terra secondo i Paperi, corretta dal punto di vista scientifico.
Il viaggio verso il 'vero' centro della terra ha però inizio con la storia di Carl Barks "Land Beneath the ground". In questa storia del 1956 Paperone teme che un terremoto possa danneggiare il suo deposito risucchiando il suo prezioso denaro nelle viscere della terra. Il timore non risulterebbe infondato, dato che Paperopoli - sita nello stato immaginario del Calisota - si trova all'incirca nella California del Nord e dunque non lontano dalla faglia di S. Andrea.
Questa faglia rappresenta la linea di contatto tra la placca del Pacifico e quella del Nord Atlantico. La compressione tra le due enormi placche accumula energia che viene rilasciata sotto forma di terremoti, l'ultimo dei quali distrusse S. Fancisco nel 1906.
Per dormire sonni tranquilli, l’ansioso papero decide di far scavare una galleria per verificare la solidità del terreno sotto il deposito. I primi sondaggi riportano solo roccia solida, ma Paperone non è soddisfatto. Fa proseguire la galleria oltre i 7 km di profondità, un fatto eccezionale anche al giorno d'oggi, in cui anche le miniere più profonde non raggiungono i 4 km e le trivellazioni petrolifere si spingono sino ai 10 km.
Le difficoltà di questo genere di scavi sono legate all’aumento di pressione e temperatura che si incontra andando in profondità. La pressione cresce a causa del peso della roccia sovrastante, mentre la temperatura aumenta via via che ci si avvicina al mantello sottostante. Oltre alla corsa allo spazio, la guerra fredda generò anche una speculare 'corsa al sottosuolo', in cui le due superpotenze cercavano di trivellare il più possibile in profondità, sperando di passare la crosta terrestre e giungere al mantello sottostante. Lo scavo sovietico di Kola (1970) raggiunse i 12 km, circa un terzo dello spessore della crosta terrestre in quel punto. Gli Stati Uniti cominciarono nel 1957 con il Project Mohole, ma il progetto fu abbandonato nel 1966 per mancanza di fondi. Progetti più recenti, coordinati nel Integrated Ocean Drilling Program cercano invece di giungere al mantello scavando nel mare, dove la crosta è più sottile.
Nella storia di Barks i paperi si trovano ad essere causa della loro stessa rovina: giungono a scoprire delle enormi caverne sotterranee (il mondo di Terryfermy), abitate da strani esseri sferici, Terrini e i Fermini. Molto simili ai personaggi rocciosi del recente Frozen, i primi sono la causa dei terremoti ondulatori, i secondi di quelli sussultori. Questo è coerente con le nostre conoscenze attuali: l'onda P (onda primaria, 4-8km/s), ondulatoria, è una compressione del suolo parallela alla direzione di propagazione: viene percepita come una scossa che ci muove in avanti ed indietro, facendo tintinnare i bicchieri e muovere i lampadari. L’onda S (secondaria, 2-4km/s) è causa del terremoto sussultorio e scuote il terreno in alto e basso, ortogonalmente alla direzione di propagazione. Queste differenti velocità sono uilizzate in Giappone per fornire una brevissima allerta in caso di terremoti.
La causa dei terremoti secondo Barks.
La causa dei terremoti secondo Barks.
Secondo Barks, gli abitanti del sottosuolo hanno come sport nazionale il provocare i terremoti e si riuniscono proprio sotto Paperopoli per la loro versione delle Olimpiadi, facendo sprofondare il denaro dello Zione negli abissi della terra. Fortunatamente per Paperone i terrifermini non sanno che farsene del denaro e se ne liberano ributtandolo in superficie.
È nella storia di Don Rosa "Il solvente universale" (1995) che i paperi si spingono però sino al reale centro della Terra. 
(continua su scientificast.it)

martedì 5 agosto 2014

Marnie ed il futuro di Studio Ghibli

Con l’inizio delle vacanze estive, l’ultimo film di Studio Ghibli, Omoide no Marnie - Quando Marnie era qui, è  giunto nelle sale cinematografiche giapponesi. Marnie (qui un trailer) è il primo lungometraggio dello studio dopo l'uscita in tandem nel 2013 di Kaze Tachinu – Si alza il vento di Hayao Miyazaki e Kaguya-hime no monogatari – La Principessa Splendente di Isao Takahata.
Diretto da Hiromasa Yonebayashi (1973), Marnie mostra la maturata abilità del regista, che qui riesce con successo a fondere elementi fantastici e di mistero in un intreccio realistico ed onirico allo stesso tempo. Yonebayashi  ha infatti percorso  tutti i gradini della scala sociale dell’animazione: intercalatore ne La principessa Mononoke (1997), diventa key animator (disegnatore delle immagini chiave delle sequenze) ne La città incantata (1999), per giungere alla sua prima regia con Arrietty - il mondo segreto sotto il pavimento (2010).
(continua a leggere la recensione di Marnie su wired.it o in giapponese su wired.jp)

Tuttavia vi è un problema economico legato al futuro dello studio:  dopo gli ultimi capolavori di Takahata e  Miyazaki e con l’annuncio di quest’ultimo di ritirarsi dalla regia, in Giappone ci si è interrogati sul futuro di studio Ghibli e se gli elevati costi di produzione potessero continuare ad essere recuperati dal successo di sala.  Infatti se Kaze Tachinu – forte del nome del regista – ha incassato più di 100 M$ , Kaguya Hime – costato circa 50M$ - ne ha recuperati poco più di 20M$ al botteghino. Gli incassi non rendono però giustizia alla commovente bellezza dell’animazione  de La Principessa Kaguya, Il capolavororo di Takahata, in cui ogni singola immagine sembra strappata da un unico immenso emakimono (rotoli in cui venivano dipinte  e narrate storie  e leggende). Il film di Takahata ha probabilmente risentito del fatto che Kaguya è la più antica storia esistente in forma scritta in Giappone e dunque perfettamente nota ai potenziali spettatori. 
Nel suo primo fine settimana al botteghino, Marnie ha aperto in terza posizione con 3.7M$, dietro a Maleficent e staccato di poco dal  nuovo (ennesimo) film dei Pokemon. Il risultato non è considerato al momento molto brillante, ma c'è ampio margine di miglioramento. A questi ricavi vanno aggiunti quelli stranieri (ad esempio Arrietty incassò 10M$ in Giappone e 116M$ all'estero). Inoltre agli incassi nelle sale si devono aggiungere quelli del merchandise e della vendita di DVD e BluRay (da poco è uscito quello di Si alza il vento).

Inoltre Ghibli è l'unico studio di produzione che sino ad ora manteneva uno staff di disegnatori e animatori full time. Tutte le altre case di produzione assumono freelance per le singole produzioni, spesso consorziandosi per quelle di maggior respiro. 
In una recente intervista, il produttore Suzuki ha parlato di questi problemi al  programma TV Jonetsu Tairiku (qui, scrollando in basso si può leggere in giapponese le sue parole, unica fonte sino ad ora. Anche qui screen capture). Quello che  ha spaventato i fan di tutto il mondo è stata l'affermazione che lo studio dovrà riposare (il japantimes traduce con brief pause) per un po' nella parte di produzione, probabilmente scorporando il dipartimento di produzione da quello di marketing copyright, confermando purtroppo un rumor di qualche settimana fa. 
[Una cosa simile è avvenuta per la Tatsunoko, che adesso gestisce solo le sue produzioni passate e che dai tempi di Ideon non crea più nuove opere. I disegnatori della Tatsunoko andarono poi a formare lo studio IG.]
Resta da capire cosa succederà in futuro, resta da auspicare che la riorganizzazione consenta di avere una compagnia snella che continui a produrre opere di qualità.

La famigerata immagine in cui Suzuki parla della pausa dell'animazione. Da qui.

domenica 15 giugno 2014

Buon Compleanno Pamela! Otto anni nello spazio, tra raggi cosmici, antimateria, ed eruzioni solari

Oggi   PAMELA compie otto anni.
Il lancio dello spettrometro magnetico è avvenuto  il 15 giugno 2006 dal cosmodromo di Bajkonur (Kazakistan), la  stessa rampa usata per il satellite  Sputnik e per il volo   di Yuri Gagarin.


PAMELA sulla rampa di lancio,  cosmodromo spaziale di Baikonur, Kazakistan 


Lo strumento, del peso complessivo di 470 kg ed alto circa 1.3 m,   è   alloggiato nel satellite russo Resurs DK1 ed è composto di una serie di  rivelatori rivolti alla determinazione del   tipo  ed energia  dei raggi cosmici, (elettroni, protoni, nuclei), con particolare riguardo alla  componente di antimateria,  ad energie e  con  precisioni   sino ad ora mai raggiunte con misure dirette.

Nel corso dei primi otto anni di vita PAMELA ha fornito dati rivoluzionari per la fisica dei raggi cosmici, la componente di antimateria nello spazio (persino intorno alla terra) e la ricerca indiretta di materia oscura. I risultati sono stati pubblicati su NatureSciencePhysical review letters....
L'unico rammarico è che a otto anni dal lancio tutti i dottorandi, post-doc e ricercatori a tempo determinato che hanno lavorato sulla costruzione e l'analisi dati dello strumento sono rimasti precari,  anche perché curiosamente ignorati nei rari concorsi di università ed enti di ricerca intercorsi da allora. 

Buon compleanno PAMELA, e grazie di tutto!


Sinistra: Il satellite russo  Resurs-DK1. E’ possibile vedere i pannelli solari in basso ed il lungo cilindro contenente gli apparati ottici per le osservazioni terrestri. PAMELA è posta nel contenitore pressurizzato nella sinistra della figura. La Terra è idealmente posta nell’alto della figura. Centro: Foto del Resurs-DK1 nelle fasi finali di integrazione a Baikonur (2006). Il contenitore pressurizzato è visibile nella sinistra della Figura. Destra: L’apparato PAMELA nelle fasi finali di integrazione nelle camere pulite di Roma Tor Vergata (2005). E’ possibile distinguere le tre strutture di scintillatori del tempo di volo (S1, S2, S3), utilizzati per la determinazione della velocità e carica delle particelle. Le anticoincidenze (AC) poste intorno all’apparato consentono di eliminare eventi non validi provenienti dai lati;  lo spettrometro magnetico (TRK) è collocato tra i due scintillatori S2 ed S3, mentre il calorimetro silicio tungsteno (CALO), lo scintillatore di coda (S4) ed il rivelatore di neutroni (ND) vengono utilizzati per determinare la natura (leptone o adrone) dell’evento, e la  sua energia (nel caso di elettroni/positroni).

mercoledì 21 maggio 2014

Il dio Terminus: la Fondazione di Asimov diventa un manga.

La Sideranch giapponese ha iniziato nell’ottobre 2013 la trasposizione della saga della Fondazione di Isaac Asimov. Il tratto, pulito ed essenziale, rende onore ai personaggi dei romanzi, restando fedele alla caratterizzazione dell’autore.
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Anche nella narrazione delle vicende si nota con piacere  l'aderenza quasi maniacale al testo originale. Non solo nomi ed i ruoli sono traslitterati fedelmente, ma numeri, cifre e date presenti nel manga coincidono con quelli del romanzo,  a sottolineare la passione dei curatori.
Nella concezione delle storie della Fondazione, originariamente pubblicate ad episodi a  partire dal 1942, Asimov trasse ispirazione  dal "Declino e caduta dell'impero romano", di Edward Gibbon. La monumentale opera dello storico anglosassone descrive il  crollo dell'Impero romano dalle prime avvisaglie sino alla sua fine in occidente nel V secolo e un millennio dopo in oriente.
Il primo volume,di quasi 300 pagine, copre le prime tre storie di Fondm2Clipboard01azione. Nel primo capitolo incontriamo Hari Seldon ed il suo futuro successore, Gaal Dornick. Assistiamo quindi alla nascita della Fondazione su un pianeta nella estrema periferia galattica ed ai suoi primi scontri con i sistemi vicini. Lo scopo apparente è di redigere una onnicomprensiva Enciclopedia Galattica, ma l'obiettivo reale è quello di preservare scienza e tecnologia evitando che periscano nel crollo dell'impero galattico, in analogia a quanto avvenuto in Europa nel Medioevo.
Il nome del pianeta cui viene posta la Fondazione, Terminus, ha un valore simbolico molto importante per Asimov, che  dichiara di aver letto per ben due volte l’opera di Gibbon: Terminus era infatti il dio romano preposto alla guardia dei confini dell'impero. Era rappresentato da una  massiccia pietra  posta nel tempio di Giove sulla collina del Campidoglio. Nelle parole di Gibbon solo Terminus, di tutte le divinità inferiori,  aveva rifiutato di piegarsi al volere di Giove e gli àuguri avevano dedotto che i confini di Roma non si sarebbero mai ritirati sino a che il dio fosse rimasto al suo posto.
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lunedì 19 maggio 2014

Dieci oggetti radioattivi di uso (quasi) quotidiano.

In ordine di pericolosità crescente: 
  1.   
  2. Bottoni, collane, piatti di vetro di uranio. Negli anni ’20 il vetro di uranioera largamente usato nella produzione di bigiotteria e accessori per la casa. È innocuo dato il lungo tempo di decadimento dell’uranio. Se volete uccidere qualcuno con un posacenere d’uranio  dovrete tirarglielo in testa. 
  3. Rivelatori di fumo. Ormai in disuso, questi rivelatori utilizzano le particelle alfa (nuclei di elio) emessi nel decadimento dell’americio 241. Il  fumo impedisce alle particelle di raggiungere il sensore e fanno scattare l’allarme.Si trovano ancora comunemente nelle toilette degli aerei. (innocuo).
  4. Sveglie fosforescenti. Ormai rare, contengono radio che – decadendo – produce la luce che ne rende visibili le lancette la notte. Innocue, ma nel 1917 tutte le ragazze che dipingevano i numeri sui quadranti degli orologi morirono di tumore perché leccavano il pennello intinto nel radio per mantenerne la forma. 
  5. Lenti fotografiche. Il torio è anche usato in una serie di lenti fotografiche, per il loro elevato indice di rifrazione che ne fa delle ottime lenti. Sono molto radioattive, ma per quante foto possiate fare la vostra dose resterà bassa. Innocuo ma non le terrei sul comodino.
  6. Lampade a gas da campeggio. La mantellina delle lampade a gas da campeggio è di torio, molto più attivo dell’uranio. Relativamente innocuo, ma è preferibile non mangiare vicino a queste lampade.    
  7. Frutta: Banane (125 Bq/kg) per via dell’isotopo radioattivo del  potassio 40. Noci del Brasile (600 Bq/kg). Mirtilli – di solito dell’est Europa - con cesio 137 liberato dall’incidente di Chernobyl. Il cesio si raccoglie anche nei funghi, sia  in Europa che alcune regioni del Giappone dopo l’incidente di Fukushima. 
  8. Sorgenti termali e sali da esse provenienti. Le acque sotterranee scaldate da attività vulcanica contengono anche materiali radioattivi. Spesso sono anche pubblicizzate come particolarmente curative perché contengono radiazione alfa (fino a sei volte la radiazione massima ammessa nell’acqua in bottiglia) che invece causa un danno maggiore alle cellule. In ogni caso intensità ed esposizione non le rendono pericolose per la salute.
  9. Aerei. Non sono radioattivi, ma volano a 11000 metri, dove le particelle prodotte dalla radiazione cosmica nell’interazione con l’atmosfera è massima. Piloti e assistenti di volo sono soggetti ad una dose addizionale di radiazione pari a 5 mSv/anno.
  10. Case di tufo e cantine. Contengono radon, un gas radioattivo prodotto dall’uranio e torio presente nelle rocce vulcaniche. Il gas è chimicamente neutro ma più pesante dell’aria e tende ad accumularsi in luoghi chiusi e non aerati come le cantine o i seminterrati. L’esposizione varia molto a seconda degli edifici ma può comportare un rischio per la salute soprattutto se si tratta di scuole o abitazioni. 
  11. Sigarette. Contengono Polonio 210, lo stesso utilizzato per uccidere il dissidente russo Litvinienko e – si ipotizza – Arafat. Il polonio viene inspirato con il fumo e fissato sulla giunzione bronchiale dal catrame.E’ stato stimato che un fumatore di un  pacchetto di sigarette al giorno è esposto a 100 mSv all’anno di radiazione e che il 10% dei tumori (circa 20,000 casi all’anno in Europa) ai polmoni causati dalle sigarette sono dovuti alla radiazione in esse contenute. Per far smettere di fumare basterebbe scrivere “radioattivo” sui pacchetti delle bionde.
Nota: la dose cui possiamo essere esposti (espressa in Sievert) dipende dalla radioattività della sorgente (espressa in Becquerel), dal modo con cui ne veniamo a contatto (ingerire una mantellina di torio può essere molto pericoloso), dalla distanza della sorgente e da molti altri fattori. La classifica qui sopra è qualitativa ma rispecchia una esposizione tipica.  -


Reblog da pagina99

mercoledì 14 maggio 2014

Guerra Fredda nello spazio 2.0: la crisi Ucraina colpisce anche la ISS?


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Nel 1975, in piena guerra fredda, una navicella statunitense ed una sovietica si agganciarono per la prima volta  nello spazio. A parte  i segnali politici e di distensione tra le due superpotenze, l'idea del progezzo Apollo-Soyuz era di mettere a punto un sistema di attracco che permettesse di salvare astronauti in difficoltà in orbita terrestre.  Dovettero poi passare  20 anni prima del successivo attracco internazionale: STS-71 permise l'aggancio dello Space Shuttle alla gloriosa stazione spaziale Russa Mir.
Atlantis Docked to Mir.jpg
L'Atlantis attraccato alla Mir (STS-71)
Il programma Shuttle-Mir mise a punto molte delle tecnologie per la stazione spaziale internazionale (ISS), costruita con parti provenienti dalla Russia, Stati Uniti, Europa e Giappone.
La collaborazione internazionale ha permesso sino ad ora di mantenere la ISS in orbita, l'unico avamposto umano nello spazio, anche se a 'soli' 350  km di altezza. Va comunque ricordato che la ISS è grande solo quattro volte lo Skylab, realizzato con il terzo stadio del Saturno V, e che due di questi razzi che mandarono l'uomo sulla Luna furono lasciati in un museo 'per risparmiare'.
Sino ad ora le attività spaziali erano rimaste intoccate  dalla crescente crisi Ucraina, ma è di questi giorni la notizia che il vice primo ministro russo Dmitry Rogozin, ( forumastronautico ha un ottimo commento al riguardo) ha espresso dubbi che la Russia voglia proseguire la collaborazione oltre il 2020. Questa era  la  data 'di scadenza' della ISS; i suoi sistemi possono funzionare però almeno sino al 2028 e di recente gli Usa hanno proposto di estendere le operazioni almeno sino al 2024.
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Un motore russo NK-33
Con il pensionamento dello Shuttle   gli Stati Uniti devono pagare i russi circa 60M$ per ogni astronauta che raggiunge la ISS con le vecchie ma estremamente affidabili navicelle Soyuz. (Lo Space  Shuttle  era una  navicella bella a vedersi ma mal concepita sin dal principio, dato che non ha senso ed è molto rischioso  lanciare cargo ed equipaggio con lo stesso vettore).
Se è improbabile che la collaborazione nel programma con astronauti abbia termine  nei prossimi anni,  più realistica è la proibizione di impedire l'uso dei motori russi RD-180 per il lancio di satelliti militari statunitensi. Nel corso del programma lunare  sovietico furono sviluppati gli NK-33 motori estremamente efficienti a circolo chiuso, in cui i gas di scarico delle turbine del combustibile non sono espulsi separatamente, ma vengono iniettati nella camera di combustione, con aumento delle performance fino al 25% rispetto a motori convenzionali.
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Un motore russo RD-180
Evoluzione del concetto degli NK-33 furono gli RD-170, usati nello Shuttle russo Buran ed il suo immenso vettore Energia (in una delle configurazioni previste avrebbe potuto mandare 100 tonnellate su Marte, ora arriviamo al massimo a 30 attorno alla Terra).  Gli RD-180 furono adattati dai russi ai vettori Atlas degli americani.
Nelle crescenti sanzioni economiche e di importazione (almeno sulla carta), la proibizione di usare motori per scopo militare non sembra fuori luogo. In previsione di eventi simili comunque gli Stati Uniti hanno uno stock di motori che garantisce almeno due anni di operazioni. Dopo si dovrà costruirel'RD-180 in Usa o - più probabilmente - ricorrere ai sempre meno costosi e più affidabili vettori sviluppati da Space-X ed altre industrie private. 

E' quindi auspicabile che la collaborazione nello spazio prosegua indipendentemente dalle vicende politiche terrestri: come lo Skylab e la corsa alla Luna hanno tristemente dimostrato, una volta persa una tecnologia o una capacità di lancio è poi molto difficile ed estremamente costoso recuperare le 'conoscenze degli antichi', anche se queste conoscenze risalgono a solo pochi decenni fa. 


ps  lasciate perdere Gravity, bello senz'anima (oltre a violare ogni leggi della fisica scoperta da Aristotele ad oggi): un film realistico sugli incidenti nello spazio è  Marooned - Abbandonati nello spazio  (1969, G. Peck, G. Hackman). 
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